Il colloquio motivazionale non te lo insegnano
all’ Università … Né tanto meno ti insegnano a comunicare con il paziente.
Più volte negli articoli precedenti ho citato il colloquio
motivazionale come strumento per aumentare la motivazione alla dieta. Probabilmente
non saprai cos’ è il colloquio motivazionale - e non te ne faccio di certo una
colpa! - perché di norma non è un metodo utilizzato dai professionisti della
Nutrizione “vecchio stampo”.
Persino per me (non che io sia onnisciente, parlo
semplicemente in qualità di addetta ai lavori) è stata una scoperta … Perché il
colloquio motivazionale non te lo insegnano all’ Università … Né tanto meno ti
insegnano a comunicare con il paziente. Un vero peccato.
Per spiegarti in cosa consiste il colloquio motivazionale ti
racconto come mi sono avvicinata a questo metodo.
Qualche mese dopo la Laurea, nel novembre 2010, ho iniziato
l’attività libero professionale cominciando a ricevere i primi pazienti. In alcuni
casi andava bene nel senso che il paziente seguiva la dieta e raggiungeva gli
obiettivi. Altre volte andava meno bene: il paziente tornava visibilmente
demoralizzato. Dopo aver fatto le modifiche del caso alla dieta la situazione
non migliorava, non c’erano risultati e il paziente finiva per mollare.
Perché non c’erano risultati? Non perché la dieta non fosse
ben fatta. I calcoli erano tutti a posto, in virtù di quel sapere accademico
che ti insegna a conteggiare le calorie al secondo numero decimale, ma non a
comunicare.
Molto più semplicemente non ci muovevamo nella direzione degli
obiettivi prefissati perché il paziente, incontrando delle difficoltà che gli
impedivano di seguire la dieta, aveva timore di confessarlo.
Allora ho cominciato a pensare: “Posso fare qualcosa in più
per il mio paziente? Come posso incoraggiarlo ad esplorare il suo problema? Posso
fare qualcosa per aumentare la sua motivazione?”. Ho trovato risposta a queste
domande quando su Internet mi sono imbattuta nei corsi di Programmazione Neuro
Linguistica e Counseling nutrizionale.
Non ci crederai ma erano esattamente quello che stavo
cercando! Mi serviva imparare a comunicare, instaurare una relazione di fiducia
reciproca con il paziente e aumentarne la motivazione. Dal settembre 2012 ad
oggi sono quotidianamente impegnata nello studiare, approfondire e mettere in
pratica l’approccio motivazionale.
Posso darti a questo punto una definizione più tecnica: il
colloquio motivazionale è un metodo centrato sul cliente per aumentarne la
motivazione intrinseca al cambiamento attraverso l’esplorazione e la
risoluzione dell’ambivalenza.
Il colloquio motivazionale NON E’ psicoterapia, non scava
nel passato, non si occupa dei disturbi psichici, non si propone di modificare
la personalità. Il colloquio motivazionale NON E’ nemmeno, come qualcuno che
cercava di screditarmi mi ha detto, un metodo che serve ai neolaureati che non
hanno esperienza ma che non serve ai più esperti. Tutti coloro che operano nel
campo della salute dovrebbero possedere queste capacità, che siano neolaureati
o che siano agli sgoccioli per la pensione.
Il colloquio motivazionale è un modo di essere e di comunicare
per aiutare la persona che vuole cambiare. Nell’ ambito della salute,
utilizzando il colloquio motivazionale il professionista è in grado di far
emergere la motivazione al cambiamento del comportamento problematico. Io, in
qualità di Dietista, adopero l’approccio motivazionale per favorire la modifica
delle abitudini alimentari in modo che il paziente raggiunga gli obiettivi di
peso e salute.
Da quello che ho detto sembra che il professionista abbia il
merito delle riuscita del cambiamento. In realtà il merito è tutto del paziente
ed è questo il bello! Mi piace citare una mia paziente, secondo la quale il
colloquio motivazionale è “un approccio interiorizzato”. Sì perché è
finalizzato alla ricerca delle risorse che il paziente stesso può reperire
dentro di sé.
Per concludere, faccio un parallelo tra il metodo
confrontazionale e prescrittivo che usavo ad inizio carriera e quello motivazionale
che utilizzo adesso.
Una delle mie prime pazienti è stata una signora con obesità
di seconda classe. Ogni volta ai controlli aveva solo mezzo chilo in meno, a
fronte di una perdita di peso stimata di 3-4 kg al mese. Alla fine si scoraggiò
e decise di lasciar perdere la dieta. Questa signora ha ricominciato il
percorso qualche mese fa. Stavolta ho utilizzato il colloquio motivazionale,
stavolta ha perso 15 kg in 5 mesi. E mi ha detto: “Ora capisco perché prima non
perdevo peso! Avevo delle crisi bulimiche”.
"Qui vedo oggi un'aula piena di studenti di Medicina. Non lasciatevi anestetizzare, non lasciatevi intorpidire di fronte al miracolo della vita. Vivete sempre con stupore il glorioso meccanismo del corpo umano. Questo deve essere il fulcro dei vostri studi e non la caccia ai voti, che non vi daranno alcuna idea di che tipo di medico potrete diventare. E non aspettate di essere in corsia per acquistare la vostra umanità, sviluppate subito la CAPACITA' DI COMUNICARE."
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