La dieta chetogenica è un regime dietetico fortemente
ipocalorico che apporta 450 – 800 kcal al giorno, normoproteico e con una quota
di carboidrati inferiore a 50 grammi al giorno. Con una dieta così formulata si
riesce ad indurre nell’organismo uno stato di chetosi, cioè una condizione
metabolica nella quale i corpi chetonici vengono utilizzati come fonte
energetica al posto del glucosio.
La dieta chetogenica si usa per trattare:
malattie neurologiche (epilessia farmaco –
resistente, deficit di GLUT – 1, deficit di PDH, epilessia mioclonica astasica,
disordini mitocondriali complessi),
neoplasie cerebrali, in particolare gliomi,
obesità (non il semplice sovrappeso),
sindrome metabolica,
steatoepatite non alcolica
e per preparare il paziente obeso alla chirurgia bariatrica.
La dieta chetogenicanon va assolutamente seguita se si è
affetti da:
deficit della carnitina,
porfiria,
disturbi tiroidei non compensati,
disturbi psichici,
insufficienza epatica,
insufficienza renale,
diabete mellito di tipo 1,
angina instabile,
infarto del miocardio recente,
dipendenza da alcol e droghe,
oppure se si è in stato di gravidanza e allattamento.
Gli svantaggi sono rappresentati dagli effetti collaterali
nel breve termine ovvero:
nausea e vomito,
cefalea,
iperuricemia,
ipoglicemia,
acidosi,
sonnolenza,
disidratazione.
I problemi nel lungo termine, invece, possono essere:
stipsi,
nefrolitiasi, cioè formazione di calcoli renali,
dislipidemia,
demineralizzazione ossea con osteopenia e
osteoporosi.
Queste complicanze si possono manifestare soprattutto se la
dieta chetogenica è protratta per lungo tempo, per più di 45 giorni.
Ci sono dei vantaggi, però. Rispetto ad una dieta
ipocalorica “semplice”, basata sul
modello mediterraneo, i pro sono un maggiore senso di sazietà, una più
rapida perdita di peso e una maggiore conservazione della massa muscolare. In
particolare, in relazione alla perdita di peso, si sottolinea che per la sola
fase di chetosi (45 giorni) è possibile perdere ben il 10 % del peso.
Cosa è necessario fare, quindi, per iniziare una dieta
chetogenica? Innanzitutto, è opportuno evitare il fai da te rivolgendosi ad un
professionista per una consulenza approfondita. È necessario portare un
elettrocardiogramma e un’ecografia dell’addome recenti, per verificare che non
ci siano cardiopatie o calcoli della colecisti e dei reni. Poi sono
indispensabili degli esami del sangue: elettroliti, creatinina, uricemia,
glicemia, ALT, AST, emocromo, colesterolo e trigliceridi. A questo punto il
professionista vi dice se potete seguire una dieta chetogenica. Se siete
candidati, egli elabora per voi una dieta, come detto, fortemente ipocalorica e
a bassissimo tenore di carboidrati.
Gli
alimenti consentiti sono: tè e tisane non zuccherate, frutta secca, carne,
pesce, uova, verdure, yogurt Fage al 2 o al 5 % di grassi, salumi e olio. Gli
alimenti consentiti non possono essere consumati a piacere ma sono grammati. Sono
invece da escludere: pane, pasta, dolci, zucchero, pizza, patate, latte,
formaggi sia freschi sia stagionati, legumi. È obbligatorio bere almeno 2 litri
di acqua al giorno. Questa “fase di restrizione” è da attuare per i primi 30,
massimo 45 giorni, che corrispondono alla fase di chetosi. Per misurare la
concentrazione di corpi chetonici, il paziente utilizza delle apposite strisce
da immergere nelle urine, i Ketostix, in modo da verificare se è in chetosi
oppure no.
Durante la fase di chetosi, è necessario assumere degli
integratori (alcalinizzanti, per evitare la formazione di calcoli, e vitamine e
minerali, per sopperire all’assenza di frutta). È opportuno, inoltre, ripetere
gli esami del sangue ogni 7 – 10 giorni e andare al controllo ogni 15 giorni.
Dopo massimo 45 giorni, si interrompe la fase di chetosi e si inizia
a reintrodurre una maggiore quantità di carboidrati. Si comincia con uno yogurt
intero alla frutta e si prosegue con legumi, latte, latticini, frutta, crackers
integrali, pasta integrale, pane integrale e, in ultimo, farinacei raffinati.
Gli alimenti “nuovi” vanno reinseriti uno ogni quindici giorni, per non
affaticare il pancreas, altrimenti si possono avere nausea e vomito. La fase di
reintroduzione dura al massimo 3 mesi. Dopodiché, per raggiungere il peso
desiderabile, si passa ad una dieta ipocalorica mediterranea e, una volta
giunti al peso desiderato, ad una dieta di mantenimento.
A titolo di esempio, vi propongo il caso di V. che con una
dieta chetogenica ha perso 19,6 kg in 3 mesi. Ecco la foto del prima e del dopo.
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