La causa principale di abbandono della dieta è lo sgarro. La psicologa Sabrina Zaninotto ci insegna come cambiare pensiero e comportamento per non sgarrare più.
Non so se conoscete tutti le mie origini. Sono abruzzese, per la precisione di Teramo, città flagellata da giovedì da neve e vento, con tanto di interruzione delle forniture di energia elettrica ed acqua. Sono stati giorni veramente difficili, in cui è stato difficoltoso uscire di casa e persino stare in casa a causa della mancanza dei servizi. Pur con tutti gli impedimenti del caso, sono riuscita a ricevere per la maggior parte del tempo...
Ma c'è stato anche un altro intoppo: vi avevo promesso che avrei scritto un altro articolo, dopo quello di lunedì scorso, riguardante il mantenimento. Mancando la corrente elettrica e dovendo provvedere ad altre incombenze derivanti dal maltempo, non ho avuto né il tempo né il modo di scrivere di questa tematica. Ne sono molto rammaricata poiché per indole tengo a tener fede alla parola data. Recupererò in settimana!
Oggi scrivo della causa principale dell'abbandono della dieta: lo sgarro. Che sia occasionale o abituale, non rispettare i consigli del Dietista può far nascere un senso di fallimento verso sé stessi ("Non ce la farò mai di questo passo! Tanto vale lasciar perdere!") e di vergogna nei confronti del professionista ("Siccome non riesco ad avere i risultati attesi, penso che tu non voglia continuare a seguirmi").
Altri invece, più ottimisti, mi dicono: "Con me devi avere pazienza perché per come stanno andando le cose ci metto più tempo del previsto", non dandosi per vinti. Voglio rassicurarvi del fatto che la pazienza non mi manca e il tempo nemmeno. Il mio compito è quello di condurvi e di seguirvi, e poi ancora di seguirvi e di condurvi. Rispettando i vostri tempi senza forzarli quando non è il caso.
In questi giorni ho letto a tal proposito un libro molto interessante, Dimagrire imparando dai propri errori, di cui potete leggere presentazione ed indice qui. L'autrice è la Dott.ssa Sabrina Zaninotto, psicologa specializzata nel trattamento cognitivo-comportamentale dell'obesità. Ne riporto due passi mooolto significativi che penso vi saranno utili per rinforzare la motivazione al cambiamento dello stile di vita e faccio alcune riflessioni a riguardo.
Mandare all'aria la dieta dopo aver sgarrato è forse "[...] l'errore più comune, fatto almeno una volta da tutti coloro che hanno sperimentato una dieta. Capita che riusciamo a iniziare un regime ipocalorico con tutta la convinzione necessaria, la motivazione giusta, pesando gli alimenti con precisione certosina, facendo bene attenzione a non eccedere e talvolta, persino a ridurre ancora un po' le dosi prescritte. Riusciamo con successo a respingere offerte di cibi gustosissimi, magari del nostro piatto preferito, il tutto anche per mesi e mesi. Poi, una perdita di controllo momentanea, grande o piccola che sia, uno "sgarro", un cedimento, ed ecco che, come per magia, mesi di sforzo vengono buttati via.
"Ormai ho sgarrato, la dieta è saltata". Perché? Risposta: "O la seguo precisamente, o non la seguo affatto". E' ciò che è passato nella mente di tutti coloro che hanno fatto una dieta senza portarla a termine. Questo pensiero è dicotomico. Prevede solo due possibilità.
Ma qual è la logica di questo ragionamento? Com'è possibile che non seguire una dieta sia la stessa cosa che seguirla abbastanza bene? Perché basta una trasgressione per mandarla all'aria tutta? E' come dire a sé stessi: "O sono grasso o sono magro". Il normopeso, secondo questo ragionamento, non esiste e nemmeno un leggero sovrappeso. Come se non ci fossero sfumature, vie di mezzo alternative, tra magrezza e obesità. Com'è possibile essere solo o magri o grassi? E' così che è diviso il mondo? A un'occhiata superficiale, non si direbbe. Eppure, per chi pensa in modo dicotomico le cose stanno diversamente, per cui, alla fine, si mette nella condizione di riacquistare tutto con gli interessi."
La maggior parte di noi sovrastima quanto mangiato: una fetta di dolce ci sembra un'abbuffata, un pezzo di cioccolato uno sgarro irreparabile. Vi invito a ridimensionare l'entità degli sgarri e a considerare che non si tratta di errori gravi. Ma anche quando si trattasse davvero di un'abbuffata e se avessimo fatto più sgarri in un giorno, non colpevolizzatevi ma continuate a combattere per fare sempre meglio. Come dice la Dottoressa, seguire abbastanza bene la dieta è meglio che non seguirla affatto. Il cambiamento va costruito e io non vi dico che sia facile. Ma ogni progresso ci avvicina all'obiettivo.
Per quanto attiene allo sgarro abituale ovvero all'aumento progressivo delle porzioni previste dalla dieta, "Tale aumento è dovuto all'impossibilità di seguire le regole, al desiderio di infrangerle, e anche al voler cambiare qualcosa che sta diventando monotono nel regime alimentare. A ciò va aggiunta anche la perdita progressiva del controllo sulla dieta. Se all'inizio eravamo precisi, quasi ossessivi, dopo un po' pensiamo di poter andare a occhio o, semplicemente, pensiamo che, anche se le dosi aumentano un pochino, non vi sarà nessun effetto importante. E invece non è così. Infatti, una delle prime cose che accade dopo breve tempo è che si smette di perdere peso, quindi subentra la frustrazione, il senso di fallimento ecc."
La precisione nel rispettare le porzioni ci permetterà di avere i migliori risultati. Se aumentiamo le porzioni a tavola, impiegheremo più tempo per raggiungere gli obiettivi. Questo può anche andar bene fino a quando continuiamo a dimagrire, seppur con rallentamenti, o ad avere benefici sul quadro glicemico, per esempio. Arriverà però il momento in cui il peso e i parametri di salute saranno stazionari e ci sarà bisogno di una maggiore accuratezza per sbloccare la situazione ed avere miglioramenti.
Ci accontentiamo di un risultato buono o ambiamo ad un risultato ottimo? A voi la scelta.
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