L’atto
del mangiare è una fonte straordinaria di emozioni. Pensiamo per esempio
all’allegria di una famiglia raccolta intorno ad un tavolo; all’affetto di una
mamma che dà la pappa al suo bambino; alla soddisfazione che proviamo quando
testiamo una ricetta nuova e il piatto ci esce bene. L’atto del mangiare è
regolato dal sistema del piacere, una complessa rete di natura psico-neuro-endocrino-sensoriale
con la funzione di generare piacere.
Ma
il cibo porta sempre piacere? Nel mondo moderno, dove il tempo è scandito da
una serie di improrogabili incombenze, la fame è uno stimolo da reprimere o da
soddisfare non completamente.
Per orari di lavoro che si accavallano agli orari
dei pasti, per sovraccarico di impegni, per cattiva gestione del tempo o semplicemente
per abitudine, mangiare può diventare un problema. Durante il giorno siamo portati
a consumare pasti frettolosi, all’impiedi, pensando a quello che dobbiamo fare
dopo, senza masticare, parlando al telefono o sbirciando il computer.
In
questo modo, non percepiamo il gusto del cibo e non capiamo quanto stiamo
mangiando. Dopo aver consumato un
pasto non appagante, è come se una sorta di fame ci inducesse a continuare a
cercare cibo. E il più delle volte cediamo ad alimenti poco sani.
Quando
alla sera ci rilassiamo, stacchiamo il piede dall’acceleratore, vogliamo
recuperare tutto quello che non abbiamo mangiato, o meglio che non ci siamo
accorti di mangiare, durante la giornata. E’ una fame vorace che cerca di
soddisfare un bisogno non solo di energia ma soprattutto di piacere. Specie se
poi abbiamo avuto una giornata difficile, il cibo diventa il rifugio dei
dispiaceri, attraverso il quale cerchiamo di colmare delle mancanze o di lenire
i problemi.
Mangiamo
male, troppo e senza piacere, contravvenendo al naturale equilibrio che ci consente
di mantenere il peso corporeo. Perciò proviamo
a ridare al cibo il giusto valore con qualche suggerimento.
• Quando
mangiamo, stacchiamo la spina: prevediamo nella
nostra giornata una pausa da dedicare al pasto. Scegliamo il nostro
“ristorante”: vietato mangiare in piedi, per strada, in macchina; piuttosto
mangiamo seduti a tavola, a casa o sul posto di lavoro, facendo un break dalla
tecnologia.
•Dedichiamo
al pasto almeno 20 minuti: gli studi dimostrano
che il senso di sazietà sopraggiunge dopo circa 20 minuti dall’inizio del
pasto. Occorrerà quindi mangiare lentamente. Ad alcuni sembrerà impossibile! Alleniamoci: facciamo bocconi piccoli e mastichiamo lentamente, così
assaporeremo il cibo e daremo il tempo all'encefalo di percepire la sazietà.
• Facciamo porzioni piccole: mettiamo nel piatto una
porzione che pensiamo sia sufficiente per noi, né più né meno. Un piatto
adeguato alle nostre necessità e già porzionato eviterà di farci fare il bis.
Mal sopportate le porzioni piccole? Provate ad utilizzare piatti con il fondo
di piccolo diametro. La vostra porzione vi sembrerà più abbondante di quanto
sia in realtà.
• Non saltiamo i pasti: i pasti da fare in una giornata
possono essere 3 o 4 o 5 o addirittura 6, a seconda delle necessità. In ogni
caso però, mai fare meno di 3 pasti al giorno. Colazione, pranzo e cena ci
consentiranno di ripartire in modo equilibrato i nostri fabbisogni nell’arco
della giornata alimentare, senza avere problemi digestivi e metabolici, e di
gestire adeguatamente i ritmi di fame e sazietà.
• Facciamo sì che il pasto diventi un rito: una
tovaglietta americana che abbiamo comprato durante un viaggio, una tovaglia
ricamata da una zia cara, le stoviglie di casa anziché quelle di plastica (che
fanno tanta tristezza e producono anche rifiuti!) ci consentiranno di
instaurare un’atmosfera familiare anche se siamo a lavoro. La ritualizzazione consente
di dare importanza al pasto e di consolidare
l’abitudine a non mangiare fuori dai pasti.
• Usiamo i sensi: il piacere del cibo comincia prima che
esso entri in bocca, quando lo vediamo e lo annusiamo. Una volta in bocca,
cerchiamo di portare profondamente l’attenzione ai sapori, traendo da gusto e
retrogusto il massimo piacere. Il cibo va apprezzato con tutti i sensi, tatto,
vista, udito, gusto e olfatto. Tutto questo, se vissuto con consapevolezza ed
attenzione, ci regalerà un’intensa sensazione di piacere.
Vi è venuta fame? Meglio, così potrete allenarvi da subito a fare un pasto
consapevole!
Mangiare
consapevolmente è uno dei mezzi per aumentare la motivazione. La motivazione aumenta quando siamo gratificati da quello che mangiamo. Mangiare consapevolmente ci permette di consumare pasti gratificanti e quanto più siamo
soddisfatti del pasto, tanto più ci sentiremo sazi. Così mangeremo ciò che ci piace, nella giusta quantità e con estremo piacere. Controllare il peso ne è una
naturale e spontanea conseguenza. Consapevolezza, dunque, è mangiare rimanendo presenti nel momento del pasto e traendone il massimo piacere. Mangiare consapevolmente è quindi un'esperienza, oltre che corporea, spirituale.
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