La settimana scorsa è stata per me densa di impegni, più del solito. Nuovi
pazienti, molti programmi nutrizionali da elaborare, nuovi progetti da
definire, corsi di aggiornamento, mi hanno preso molto tempo. Ve lo dico con sincerità:
non ero troppo sicura di fare in tempo a scrivere per motivAzione.
Tuttavia, viste le numerose visualizzazioni e considerate leemailentusiaste di quanti che grazie a
questi articoli stanno ottenendo risultati positivi, mi sono detta:"Ce la devi fare!".
Ed eccoci qua a leggere qualche consiglio su come aumentare la nostra
motivazione al cambiamento delle abitudini alimentari.
L'articolo di oggi verte su un episodio particolare che mi è
successo in questa settimana con una paziente. Grazie ad esso ho capito quanto
la responsabilizzazione sia importante nel processo di cambiamento. Vi spiego
cosa è successo a R.
R. ha un problema: sopraffatta dalla stanchezza
del lavoro, dall'accudimento dei figli e dalla gestione della casa, pilucca
dolciumi. Racconta di rispettare regolarmente il programma nel resto della
giornata e che il problema si manifesta alla sera. E' questo l'errore che le
impedisce di perdere peso.
Fino a qui nulla di insolito. Molte persone si comportano allo
stesso modo: mangiano correttamente durante il giorno, rovinano il ben fatto
tra il tardo pomeriggio e la serata. Nella maggior parte dei casi, si tratta di
fame emotiva ovvero di assunzione di cibo non giustificata da un
effettivo bisogno fisiologico ma rispondente a stati d'animo. E' un
comportamento disfunzionale che ci allontana dagli obiettivi e che nuoce alla
nostra salute.
La particolarità del caso di R. sta nell'aver preso
consapevolezzasolo ora che
il suo comportamentodipende da lei. La tendenza è di proiettare le
tentazioni al di fuori di noi ("quel dolce mi tenta") senza
prenderci la responsabilità di quello che sta succedendo ("mi sto
lasciando tentare da quel dolce").
La differenza è sottile ma importante. Dobbiamo capire che la
tentazione è insita in noi e che dipende unicamente dalla nostra volontà se
cedervi o resistervi. E' un bene che sia così! Come facciamo infatti a cambiare una cosa che non dipende da noi? E'
impossibile! Dobbiamo assumerci la responsabilità delle nostre azioni:
prendendo coscienza del fatto che dipende da noi, possiamo modificare con
successo il nostro comportamento muovendoci in direzione del cambiamento.
La chiave per il benessere è prendere atto che
del nostro benessere siamo responsabili noi stessi per primi. Riconoscerci sia
il merito sia il demerito delle nostre azioni ci aiuterà ad avere migliori
risultati, anche nella dieta. Non è opportuno proiettare il nostro problema su
fattori esterni ("Mi sono abbuffato perché Tizio mi ha fatto
arrabbiare" oppure "Non riesco a dimagrire perché ho il metabolismo
rallentato" quando invece si commettono errori alimentari). Attribuire un
successo o un insuccesso a cause interne aumenterà la nostra capacità di
analisi e di risoluzione del problema.
Non voglio dire con questo che una volta capito
che le nostre capacità di successo dipendono da noi, da domani il problema sarà
risolto. Dico che per esempio il problema della fame emotiva possiamo
esaminarlo meglio, procedere nella ricerca di soluzioni e metterle in pratica
per verificarne l'efficacia.
Come dico sempre ai pazienti, per cambiare un
comportamento ci vuole del tempo. Il nostro obiettivo è fare in modo che il
problema si verifichi con sempre minore frequenza: se per esempio prima
cedevamo sempre alla tentazione, poi saremo in grado di fuggirvi 3 volte su 7,
dopo ancora 5 volte su 7. Pian piano, con la vostra partecipazione attiva, non
cederete più alla tentazione. Ed ecco che i risultati saranno finalmente a
portata di mano.
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Ringrazio con stima e affetto Giuseppina Menduno e Maria Luisa Pasquarella per gli straordinari insegnamenti che mi hanno trasmesso.
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