Ti è mai capitato che in un ufficio pubblico, nel corso di una visita medica oppure anche parlando con persone care, ti sei sentito sentito - passami il gioco di parole - ma non ascoltato?
Sentire è diverso da ascoltare. Voglio dire, l'ascolto è un processo attivo, quasi uno sforzo dell'interlocutore che ti dedica attenzione e tempo per capire fino in fondo quello che dici. Diversamente il sentire è un fatto passivo, in cui una persona parla e l'altra recepisce passivamente le informazioni. E' un po' come quando qualcuno ci parla in una lingua straniera: stando semplicemente a sentire percepiamo il suono delle parole senza capire; ascoltando ci concentriamo e ci impegniamo a capire il significato delle parole.
Proprio qualche giorno fa sono entrata in un ufficio pubblico per sbrigare delle pratiche per l'apertura del mio nuovo studio di Nutrizione ma purtroppo non mi è stata data la possibilità di esporre bene il mio problema. L'impiegato mi interrompeva dopo 5 secondi che iniziavo il racconto. Morale della favola, sono uscita dall'ufficio con la soluzione ad un problema mai raccontato. Ma non avendo ascoltato, la soluzione che l'impiegato mi aveva dato non poteva essere giusta. That's incredible!
Proprio a seguito di questa brutta, frustrante esperienza, ho pensato di scrivere un breve articolo sull'importanza dell'ascolto. L'ascolto attivo e riflessivo è centrale nel processo motivazionale e più in generale per la risoluzione di qualsiasi problema.
L'ascolto ci permette di comprendere il punto di vista dell'altro senza condizionamenti dovuti ai nostri pregiudizi. Se non ascoltiamo, diamo per scontati i pensieri dell'altro e saltiamo a delle conclusioni sbagliate. Guardate ad esempio questo video che mi ha colpito moltissimo.
L'ascolto è come il paio di occhiali che indossa il protagonista del video perché ci permette di vedere la realtà così com'è, o nel modo più verosimile, che più ci si avvicina. L'ascolto è uno strumento potentissimo nelle mani sia dell'utente che ha un problema sia dell'operatore che lo aiuta. Basta saperlo usare. Ecco le "istruzioni per l'uso".
Nell'esporre il suo problema l'utente:
- non deve interpretare una parte, quella che l'altro si aspetta
- non deve essere sulla difensiva, atteggiamento che ostacolerebbe una comunicazione fluida ed efficace
- deve essere sé stesso con le proprie debolezze e i propri punti di forza.
Nell'ascoltare l'operatore:
- non deve giudicare
- deve ascoltare l'interlocutore e immedesimarsi in lui
- deve comprendere (che è diverso dal condividere).
I vantaggi sono indubbi per entrambi: l'operatore migliora il suo intervento, l'utente risolve il suo problema.
"E’ sbalorditivo come certe cose che sembrano insolubili diventano solubili se qualcuno ci ascolta, come una confusione che sembra irrimediabile si trasforma in un flusso che scorre con relativa limpidezza. Ho apprezzato profondamente le volte in cui ho sperimentato questo ascolto sensibile, empatico, concentrato." (cit. Carl Rogers)
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