Il saper comunicare è un'abilità fondamentale nella relazione d'aiuto che ci permette di agevolare il paziente nel suo percorso di cambiamento e ridurre il rischio di burn out del professionista. Quando rifletto sul mio lavoro di Dietista, concludo che è stimolante e gratificante ma anche complesso.
Chi sceglie di curare perlopiù attraverso la prescrizione di farmaci ottiene una maggiore concordanza al trattamento rispetto a chi si occupa invece della modifica dello stile di vita.
Mettiamoci dalla parte del paziente: quanto è più facile ingoiare una pasticca per normalizzare il livello di acido urico nel sangue, piuttosto che seguire una dieta ad hoc? Intervenire sull'alimentazione è complicato perché essa è parte indissolubile dello stile di vita.
Qualsiasi intervento che riguardi il modo in cui ci alimentiamo, necessita della disponibilità e della collaborazione del paziente. L'impegno che il paziente mette nella modifica delle abitudini alimentari è tanto, ben più di quello che richiederebbe il mandar giù una compressa.
In virtù delle difficoltà connaturate al percorso di cambiamento, il paziente che decide di cambiare abitudini alimentari va ascoltato, incoraggiato, compreso fino in fondo e aiutato nel problem solving.
In un'impresa profit, il risultato è il guadagno; in un sistema d'aiuto, il risultato è il benessere. E' il benessere l'obiettivo primario dei professionisti della salute. Ma anche se l'operatore ce la mette tutta (o così gli sembra), capita di assistere al drop out, all'abbandono del percorso prima del raggiungimento degli obiettivi.
Quando di quel benessere il paziente non fa esperienza, proviamo frustrazione e senso di impotenza. "Dove ho sbagliato? Che cosa non ha funzionato? Cosa rifarei e cosa no per aumentare la qualità della relazione d'aiuto?". C'è sempre da migliorare. Il fatto, invece, che il paziente si senta meglio, è per noi operatori un rinforzo positivo allo svolgimento della professione.
Ad ogni colloquio mi chiedo se stiamo andando nella direzione giusta. Alcune volte i pazienti mi fanno capire che è così, altre volte lasciano intendere: "Sei troppo avanti. Mi chiedi più di quanto sia disposto a fare. Fermati e aspettami".
Siamo sempre in grado di capirli? Sappiamo riconoscere i segnali della resistenza al cambiamento e quando, invece, il semaforo è verde? Io ci provo e continuo a studiare: il counseling nutrizionale è la mia specialità.
Per scaricare le tensioni, essere sempre motivata allo svolgimento della professione, diventare più centrata ed efficace di prima ed imparare nuove tecniche, seguirò il corso La comunicazione e la relazione nelle professioni sanitarie, cui ho avuto l'onore di dare un piccolo contributo con la mia intervista sul counseling nutrizionale nella libera professione. Per informazioni, www.nutrimedifor.it.
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