Riflettiamo sulla frase che dà il titolo a questo articolo dal punto di vista motivazionale. Me l'ha detta una signora qualche giorno fa durante il controllo, intendendo che vorrebbe mangiare dolci a piacere e dimagrire.
Pensandoci bene non è una frase così inusuale. Spesso sento o leggo che il desiderio di molte persone è mangiare senza ingrassare oppure dimagrire mangiando tanto.
Bisogna che spieghi perché questo non è possibile. Semplicisticamente, si dimagrisce quando mangiamo meno di quanto bruciamo o anche bruciamo più di quanto mangiamo.
Per dimagrire non serve necessariamente seguire una dieta ma è sufficiente ascoltare i segnali biologici di fame e di sazietà e fare un'alimentazione sana ed equilibrata. Se ci si rivolge ad un professionista, è nella maggior parte dei casi perché non lo si riesce a fare in autonomia. Nella fattispecie la signora sa come fare per dimagrire ma non riesce a farlo da sola. E' per questo che può essere d'aiuto il professionista, è per questo che occorre rinforzare la motivazione.
Per risolvere il problema, dobbiamo capire se la signora non si sente in grado di seguire la dieta per dimagrire o non è disposta a farlo. Sono due concetti molto diversi. Che significa che non è disposta? Determinati cibi vengono usati come sedativo o fonte di relax. Se si eliminano quei cibi, si elimina il beneficio che essi procurano. E la signora non ci vuole proprio rinunciare. Che significa invece che non è in grado? La signora è disposta a seguire la dieta ma non riesce a seguirla.
Nel caso della signora è probabile che l'uno si sia trasformato nell'altro: "Non sono disposta perché non mi sento in grado". O meglio, "Non sono più disposta". Difatti, per chiedere la mia consulenza, qualche elemento di disponibilità al cambiamento ci doveva essere, altrimenti non si sarebbe rivolta ad un professionista. Ma il sentirsi incapace di rinunciare a quei cibi che utilizza come sedativo l'ha portata a disperare di potercela fare. Che fare? Occorre aumentare l'autoefficacia.
Abbiamo concordato due opzioni diverse dalla dieta che la signora metterà in pratica a seconda di quello che si sentirà di poter fare nel momento della tentazione: mangerà uno yogurt e un pacchetto di Pavesini quando si sentirà capace di rispettare la dieta, oppure, quando non vorrà rispettare la dieta, mangerà 40 grammi di biscotti, uno di quei cibi che la confortano e la rilassano. Al prossimo controllo mi racconterà com'è andata, se queste due soluzioni l'hanno soddisfatta.
Qualche riga per rispondere a chi mi rimproverava di essere troppo permissiva. Se avessi vietato alla signora di mangiare i biscotti, lei li avrebbe comunque mangiati e forse in quantità superiore a 40 grammi. Poi, in preda ai sensi di colpa, avrebbe smesso la dieta prima di avere i risultati apprezzabili. In questo modo invece, concordando le soluzioni, è vero che allontanerà di un po' il raggiungimento del peso ideale ma aumenterà la sua autoefficacia ovvero la percezione di potercela fare. Così facendo, potrà seguire la dieta sempre meglio.
Sarebbe bello svegliarci la mattina ed essere come vorremmo. Tuttavia ogni cambiamento comporta un certo grado di sacrificio. E allorase ci metteremo più tempo, che importa? L'importante è arrivarci.
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